Iran

Carissimi amici, questa volta si parla dell’Iran (o Persia kedirsivoglia). Un breve viaggio di 2 settimane fatto a marzo.
Nonostante i tanti luoghi comuni, viaggiare in Iran è molto facile. Le città sono ben collegate con pullman che partono di continuo, non c’è praticamente criminalità e gli iraniani sono molto ospitali. Piccoli problemi ci sono per il fatto che bisogna portarsi dietro tutti i soldi perché i bancomat non funzionano per via dell’embargo economico, a volte è difficile comunicare perché pochi parlano inglese, ogni volta che bisogna attraversare una strada è peggio di una roulette russa (e non vi nascondo che dopo un po’, come tecnica, non mi sono fatto scrupolo di utilizzare come scudo umano altri pedoni attraversanti, incluso donne e bambini!) ma soprattutto… niente alcool!! Ehhhh. Per via della Shariʿah, la legge islamica, l’alcool è vietato!! Due settimane senza, non lo so di sicuro ma credo che è da quando avevo sui 15 anni che non passavo due intere settimane senza bere nulla! Però vabè, in fondo niente di così drammatico.

 

L’arco di Theran, prima tappa del mio viaggio. Da Teheran sono poi sceso giù a sud fino a Shiraz, fermandomi a Kashan, Esfahan, Yazd e Shiraz e visitando altri luoghi intorno a queste città, fra cui Persepolis, l’antica capitale persiana.

 

Un ristorante a Teheran. Theran non è molto diversa da una normale città europea e le donne spesso vestono in maniera normale, col il velo in testa appena accennato. Invece nelle città più piccole e tradizionali la gran maggioranza delle donne veste completamente di nero, con la testa ben coperta.
I ristoranti in Iran sono rari. Probabilmente il motivo è dovuto al fatto che gli iraniani preferiscono al ristorante i picnic nei parchi e i turisti sono ancora pochi.

 

Donne a Teheran col tipico vestito nero.

 

Una strada a Theran.

 

Bambine al museo.

 

Nel bazar di Teheran. Tutte le città hanno grandi e vivacissimi bazar.

 

Una moschea a Kashan. In linea di massima le città in Iran non sono belle (a parte Esfahan) però camminando ci si imbatte spesso in posti spettacolari, soprattutto moschee.

 

Un’anziana del villaggio montano Abyaneh, vicino Kashan.

 

Ma… è il famoso bambino dell’Isis!! E’ lui!

 

La spettacolare e un po’ psichedelica moschea cerimoniale di Kashan. Molto ospitali, una signora quando ha visto che scattavo foto ha acceso altre luci apposta per me. Poi mi hanno offerto te e cioccolatini.

 

Nel bazar di Kashan.

 

Ragazzi in una tea house, un po’ l’equivalente dei nostri pub.
Cioè io ogni tanto magari un te lo bevo anche volentieri… ma v’immaginate passare tutta la gioventù così?! Senza poter bere?? Che poi come sempre è tutta colpa degli americani (è quasi un assioma della storia contemporanea). Infatti dopo la seconda guerra mondiale l’Iran si avviava a diventare una normale democrazia con il primo ministro Mossadeq, un laico modernizzatore. Ma questo ovviamente agli USA non andava giù, e appoggiati soprattutto dai perfidi inglesi, terrorizzati dalla nazionalizzazione del petrolio iraniano che volevano continuarsi a rubare tranquillamente, organizzarono il colpo di stato che mise al potere come loro fantoccio lo Scia Pahlavi, una delle più brutali dittature del secolo scorso. La rivoluzione islamica del 1979, con tutte le sue assurde leggi, è venuta come reazione ad essa.

 

Un ponte a Esfahan (o Isfahan), la più bella fra le città che ho visitato.

 

Lo spettacolare soffitto della moschea Loftollah, una delle moschee che si affacciano sulla piazza principale di Esfahan.

 

La cattedrale Vank, chiesa armena (cristiana).

 

Nel tempio del fuoco di Zoroastro o Zarathustra, profeta persiano che verrà poi ripreso e reinterpretato da Nietzsche. Fu la principale religione di gran parte dell’Asia centrale, prima dell’avvento dell’Islam. Questo è il tempio a Theran, in realtà un normale edificio con una sala vuota dove in un angolo, dentro una stanzetta a parte, c’è il fuoco sacro che arde. Ne ho visto un altro simile a Yazd, uno dei luoghi originari dello Zoroastrismo, anch’esso un edificio abbastanza moderno, dove però c’è una fiamma che spostandosi da vari templi si dice stia bruciando ininterrottamente fin dal 470 d.C.

 

E vedete che anche quest’anno la moda in Iran si è sbizzarrita! Un completo tutto nero che però a dire il vero è lo stesso della collezione autunno-inverno 2014. Ad essere precisi anche 2013, 2012, e così via indietro nei secoli e millenni.

 

A Yazd. Il mercoledì prima del capodanno iraniano (che in Iran avviene il 21 marzo, quando si è entrati nel 1394 – eh, quasi mille e quattro!) si celebra la festa del fuoco. I ragazzi accendono dei grossi falò nelle strade e poi ci buttano dentro… bombole del gas! Che esplodono, volando via un po’ dove capita.

 

Ragazzino a Shiraz, l’ultima città visitata. Probabilmente il nome di quel vino viene da qui, infatti è uno dei primi luoghi al mondo dove hanno prodotto il vino tanto è vero che in alcune giare hanno trovato tracce di vino vecchio circa 7000 anni! Oggi invece non ce n’è, paradossi della storia.

 

I resti di Persepolis, una delle più belle città dell’antichità, distrutta di proposito da Alessandro Magno nel 330 a.C.
Ma come, Alessandro Magno?? Il portatore dei sublimi valori greci in oriente?? L’uomo che secondo Hegel fu strumento della “furbizia della ragione” che tramite lui poté materializzare il suo spirito razionale nel mondo antico?? Distrugge tutto così, senza motivo? Eh sì. L’ha fatto, l’ha fatto.

 

Queste invece sono tombe di gloriosi re persiani, fra cui Dario. Altri grandi teppisti, questi invece hanno incendiato l’acropoli di Atene. Insomma come vedete nulla è cambiato, un po’ ti distruggo io, un po’ mi distruggi tu, e tutti contenti.

 

La moschea rosa a Shiraz.

 

E una selezione di 40 foto con risoluzione più grande.

 

Dekaro’s Travel Map

E visto che ci siamo, metto anche una mappa con le nazioni del mondo visitate finora. Sono 81. E mica cazzi. Però ora non bisogna sedersi sugli allori. Chi si ferma è perduto. Alla prossima!

Un attimo un attimo dek… e che hai mangiato durante il viaggio?? E’ facile rispondere: stufato di melanzane. Per qualche motivo era quasi sempre l’unico piatto vegetariano disponibile.

E ora… fatemi bere un bicchierino alla nostra salute! Alla prossima.