Copan in Honduras e Semuc Champey in Guatemala

Ciao amici. Mi trovo a Lanquin, di nuovo in Guatemala dopo una breve puntata in Honduras per visitare il sito maya di Copan. Di fronte a me c’è il Rio Dulce , limpido e verde, la mia mente sincronizzata sul suo scorrere. Immagini di questi 6 mesi di viaggio nascono passano e svaniscono come in mosaico onirico.
Qui vicino c’è uno dei posti più spettacolari fra quelli visitati finora: Semuc Champey, con delle piscine naturali formatesi in una vallata.
E non solo. Ci sono delle grotte dove all’interno scorre un fiume. Si entra con le candele e si nuota dentro la caverna per tratti lunghissimi. A volte si incontrano piccole cascate. Alcuni punti sono anche un po’ pericolosi, ad esempio quasi alla fine del tour c’è un tunnel largo meno di un metro e lungo circa 3, dove l’acqua entra con prepotenza. Seguendo le istruzioni della guida ci si lascia cadere e si sbuca dall’altra parte senza nemmeno avere il tempo di capire che è successo. Davvero un posto incredibile, anche se l’acqua era un po’ troppo fredda per i miei gusti.
Ah, un’altra esperienza spassosa, sempre in questi scenari da favola, eccomi galleggiare su un ciambellone di gomma a lasciarmi pigramente trasportare dalla corrente del fiume.
Prima di venire qui, come dicevo, sono stato al sito maya di Copan in Honduras. Molto interessante, non molto grande ma con splendide sculture e steli, alcune nel museo lì vicino. Si trovava quasi al confine sud dell’impero maya e raggiunse il massimo splendore fra il quinto e nono secolo dopo Cristo.
Vi spiego via via con le foto.

 

Qui è dove mi trovo ora, un hostel composto da capanne che scendono verso il fiume, dove ci sono queste piattaforme sull’acqua. La notte preferisco dormire su un’amaca affianco al fiume, al suo suono, sotto le stelle.

 

Qualche altra foto di Antigua, in Guatemala.

 

Bambina ad Antigua. Oltre il 50% della popolazione del Guatemala è diretta discendente dei maya.

 

Uno scheletro, al mercatino di Antigua. Quasi a dirci: prima o poi… tutti. Anche stavolta, è inutile che vi rattate.

 

Una strada di Antigua.

 

E questo è il sito maya di Copan, in Honduras.
Devo dirvi che ho visionato i geroglifici, letto i codici e i testi pervenutici e purtroppo sono giunto anch’io alla conclusione che la fine del mondo avverrà il 23 dicembre di quest’anno. Eh, lo so ragazzi, che ci possiamo fare. Il fatto è che il calendario maya finisce appunto in quella data. Finora pensavo fosse una cazzata perché sarebbe come spaventarsi se si passa dal 1999 al 2000 o cose del genere. In realtà però i Maya prevedevano che quando questo passaggio avviene avvengono catastrofici cataclismi. E i Maya prevedono bene, non sono certo il mago di Arcella (con tutto il rispetto per il mago d’Arcella, non vorrei che ora mi mandi una delle sue famose secce). Quindi fatevene una ragione, divertiamoci in questi pochi mesi che ci restano e pazienza, tutto finisce, nulla è per sempre.

 

Qui giocavano a palla. Non si conoscono di preciso le regole, ma più o meno consistevano nel colpire una palla di gomma di circa 4 chili senza farla cadere a terra e tentando di colpire delle sculture poste in alto (alcune, raffiguranti macai, si trovano nel museo). In alcuni casi era come un gioco di gladiatori e i perdenti venivano sacrificati. Altre volte invece era il miglior giocatore a venir sacrificato perché per loro era un grandissimo onore. In questo caso però giocavano tutti male di proposito, a parte i più fessi

 

E qui appunto vedete anche voi i geroglifici dire chiaramente: “spendetevi tutti i risparmi prima del 23 dicembre 2012, perché dopo non serviranno. Ma sarà assai arduo non farveli fottere prima da Monti e la sua cricca di banchieri di merda. Ke possano skiattare. Insieme agli sbirri e ai giudici che li proteggono”.
Così è scritto. Io non ho fatto altro che tradurre alla lettera.

 

La scalinata geroglifica, un lungo testo scritto sui gradini. E’ la più alta fra tutti i siti maya. Purtroppo a tratti non è chiarissimo il significato anche perché alcuni gradini sono caduti e gli archeologi li hanno rimessi un po’ a caso, creando una sorta di cut-up dadaista.

 

Una delle tante straordinarie sculture maya.

 

Giocatori di carte nel paese affianco alle rovine maya, sempre in Honduras.

 

Bambina.

 

Mamma e figlio.

 

Guardiano di banca.

 

Anziani.

 

Bella ragazza.

Sempre in Honduras.

 

Il Rio Dulce. Questo tratto l’ho fatto sul ciambellone di gomma.

 

Ed ecco Semuc Champey. Pareti di roccia fitte di vegetazione avvolgono le piscine naturali che scorrono sotto. In realtà avviene una cosa molto curiosa: il fiume, che in quel tratto è molto violento, a un certo punto entra in un tunnel sotterraneo, passa sotto queste piscine naturali, e risbuca di nuovo fuori dopo qualche chilometro.

 

Le piscine viste dall’alto.

 

Una delle piscine naturali.

 

Astratta.

 

Rispondo ai commenti. Sì, Marco e Piergiorgio 2, la storia la scrivono sempre i vincitori, si sa. Riguardo allo scrivere, il blog si adatta bene al mio stile, diretto, improvvisato e colloquiale. Però forse è tempo per un nuovo libro. Non di storia ovviamente. E nemmeno autobiografico. Qualcosa di completamente diverso.

Il premio miglior commento va a… beh, è tempo di premiare Piergiorgio 2 – la vendetta per la sua costanza e il suo impegno. Quindi raggiunge Lala in vetta! Clamoroso.
Marco, la prossima volta vinci tu.

Hasta luego! :-)