Natal, Fortaleza, Sao Luis e Belem.

Kaixo lagunak! Eccomi finalmente a Belem, alla foce del Rio delle Amazzoni, dove domani sera prenderò una barca che in tre giorni mi porterà a Santarem, nel cuore dell’Amazzonia. Prima però vi racconto velocemente i luoghi visitati nel frattempo.
Dopo Praia da Pipa sono stato giusto per un giorno a Natal, non c’era molto da vedere a parte un fortino portoghese ben conservato. Quindi sono stato a Fortaleza per tre giorni, ma in fondo potevo starci anche meno perché anche lì non c’è molto da vedere. A me personalmente non è piaciuta tanto e si respira anche un’aria un po’ pericolosa. Ha fama di avere molta vita notturna ma io, avendo ormai una certa età, ho preferito tralasciare, e per il resto ben poco.
Da Fortaleza sono giunto a Sao Luis, dove, per la prima volta, sono stato ospitato tramite Couchsurfing da una signora gentilissima, Alba, che mi ha dato una stanza tutta per me, ha cucinato, e fin dall’inizio mi ha fatto sentire come a casa. C’erano anche i suoi due figli: un ragazzo di venti anni, programmatore e hacktivista e una bambina di cinque, spassosissima, che fra l’altro si era pure un po’ affezionata a me infatti appena ha saputo che me ne stavo andando si è rattristita.
Nei tre giorni in cui sono stato a Sao Luis però ha piovuto tanto e quindi non ho avuto molto tempo per girare per la città. In linea di massima è un posto con un grandissimo potenziale perché strapieno di affascinanti edifici coloniali portoghesi ma il problema è che la gran parte di essi stanno cadendo letteralmente a pezzi, non sono neanche abitati.
Per la verità ci sono posti bellissimi fra Fortaleza e Sao Luis dove sono stato indeciso fino alla fine se andare o meno, in particolare Jericoacoara e il parco nazionale Lencois. Alla fine ho scelto di saltarli perché l’idea originaria di questo viaggio è di visitare anche il Centro America ma se continuo con questo passo ci arrivo nel 2013 e, come sapete, la fine del mondo è stata fissata per dicembre 2012.
E infine da stamattina qui a Natal, una città interessantissima. Ci sarei rimasto volentieri un paio di giorni in più, ma se non prendo la barca di domani sera la prossima è fra una settimana!

 

Praia da Pipa era solo un villaggio di pescatori fino all’arrivo dei primi hippy e surfisti negli anni ’70.

 

Partitella sulla spiaggia.

 

Un surfista si avventura fra le onde. E voi direte “Surfista… e pigliati nu poc e kist!!”. No, vi avevo chiesto se per favore evitavate di fare questi commenti beceri. Speranze inutili ovviamente.

 

Il fortino portoghese di Natal, chiamato “dei Re Magi” perché la sua costruzione iniziò il 6 gennaio 1598. Natal invece fu chiamata così perché fu fondata il giorno di natale del 1599.

 

L’interno del fortino, coi grattacieli di Natal sullo sfondo.

 

Vicino alla mia posada a Fortaleza c’era un piacevole centro di arte e cultura fatto di localini, musei, cinema ecc… Qui un gruppo di ragazzi ballava a turno la break-dance.

 

Ed eccoci a Sao Luis, unica fra le capitali brasiliane ad essere stata fondata dai francesi. In realtà di francese c’è ben poco perché dopo solo 3 anni dalla sua fondazione (nel 1612) fu conquistata dai portoghesi.

 

E che cazo!

 

Svelato finalmente il mistero del magico fondoschiena delle brasiliane!

 

Ma cosa sbircia quest’uomo con tanto interesse??

 

Aaahhhh le ballerine! Bene, bene. – P.S. Riuscite a individuarmi?
Ok, ora torniamo seri.

 

Una strada di Sao Luis.

 

Gente.

 

Altra strada.

 

La spiaggia di Sao Luis, vicino alla casa della signora che mi ha ospitato.

 

E questa è Belem, vista dalla mia stanza d’albergo. Sullo sfondo il Rio delle Amazzoni si mescola al mare.

 

Braque.

 

Il Rio delle Amazzoni.

 

Una barca sul fiume.

 

Bene. Domani scatta il primo mese di viaggio. Finora ci siamo divertiti: le spiagge, il mare, le fanciulle che entrano in acqua ecc.. ma ora è tempo di iniziare la parte tosta del viaggio. Ho comprato un’amaca da legare non ho capito bene dove sul ponte della nave e via… seguitemi nel bel mezzo del polmone della Terra fra zanzare, rischio malaria, afa, stenti vari e chissà che altro. Cosa non farei per voi, lettori di questo blog.

Il premio miglior commento va di nuovo a Lala! Mentre Giovanni vince con largo anticipo quello di peggiore dell’intero blog, un commento che si commenta da solo, scusate il gioco di parole. L’elettrauto di soreta, poi. Quando ci sarà da rimetterlo in funzione basteranno un paio di colpi d’acceleratore bruuummmm bruuuuuummmmmm e ripartirà di slancio! Spero.

Olinda, Recife e Praia da Pipa.

Hei ystävät! La risalita verso nord per raggiungere la foce del Rio delle Amazzoni continua e in questo momento mi trovo a Praia da Pipa, un po’ a sud di Natal, un posto molto piacevole, fatto di tanti localini finto-hippy e, manco a dirlo, spiagge favolose. Prima però vi racconto di Recife e Olinda.
Recife è una città molto grande con una splendida spiaggia su cui si affacciano grattacieli moderni e un fiume che, sfociando, crea diversi canali attraversati da ponti e ponticelli. La parte antica è un misto di chiese, monumenti, edifici coloniali dai colori vivi, brutti palazzoni fatiscenti e tanti tanti mercatini colorati vibranti di musica ad alto volume. Olinda invece, praticamente attaccata, è un piccolo gioiellino coloniale che dal mare sale su una collina. Vi metto le foto.

In primo piano Olinda e sullo sfondo Recife coi grattacieli sulla spiaggia. Ho preferito soggiornare ad Olinda invece di Recife su consiglio di una signoria italiana che ha viaggiato per due anni in queste zone e mi ha dato anche altre dritte, fra cui anche quella di venire qui a Praia da Pipa.

 

Una delle tante chiese di Olinda.

 

Una strada.

 

Gente per strada.

 

La prima serata è stata molto bella perché c’era già un clima carnevalesco. Sul bus per Recife avevo conosciuto Antoni, francese, e siamo andati a bere in un locale chiamato la Botega do Vejo dove abbiamo conosciuto due ragazze di Recife, Jani (nella foto con Antoni) e Camilla. E in seguito altra gente del posto.

 

Un funambolo si avventura sull’abisso (insomma, poco più di 2 metri). Se cadeva ero pronto a citargli un passo del “Così parlò Zarathustra”, ma purtroppo non mi ha dato occasione di sfoggiare la mia cultura.

 

Ed eccomi lì! Visibilmente contento con le amiche di Recife.

 

No photo, please.

 

Olinda di notte.

 

Il tipo mi ha guardato un po’ storto per la foto. Allora gli ho dato un paio di paccarielli sulla faccia e gli ho detto: wayò vir addò e ì sennò allai pur u riest… Se n’è andato moggio moggio.

 

Recife si prepara per il carnevale.

 

Uno dei tanti mercatini del centro storico.

 

Io non sono certo un grande amante della polizia, tutt’altro, ma devo ammettere che in posti come Recife la loro vista non mi è affatto sgradita. Dovete sapere che giusto giusto appena me ne sono andato dallo stato di Bahia la polizia è entrata in sciopero ed è scoppiato il caos più totale, rapine, omicidi (solo a Salvador oltre 50), interi pullman fermati per le strade e saccheggiati. Fra l’altro la stessa identica cosa mi era capitata sempre a Bahia 10 anni fa e in quel caso c’ero: dapprima ad Arraial e Porto Seguro, tutti terrorizzati, e poi a Ilehus dove finalmente lo sciopero finì e i poliziotti poterono togliersi il passamontagna e rindossare la divisa.

 

No, ho cambiato idea, non mi va tanto di fare il bagno oggi.

 

Ed eccoci a Praia da Pipa. Il primo bagno l’ho fatto in questa spiaggia, chiamata baia dos Golfinhos, dei delfini. Pensavo che era giusto un nome e invece mentre facevo il bagno eccomi sbucare proprio di fronte un pesciolone gigante (non fate ironie al riguardo) con la pinna sul dorso che poi è sparito sott’acqua. Ora, siccome avevo ancora in mente il cartello della foto precedente per un attimo ho pensato: ecco fatto, qui finisce il buon dekaro. Ma un attimo dopo rieccomelo davanti, chiaramente un delfino. Di lì a poco ne sono sbucati da tutte le parti, bellissimi, con quella nuotata lenta e elegante, mentre di tanto in tanto altri più piccolini (non ho capito se i figlioletti o un altro tipo di pesce) gli saltavano affianco rapidamente. A quel punto tutta la gente dalla spiaggia è venuta in mare per vederli più da vicino e si vede che i delfini sono animali molto socievoli perché sono rimasti molto tempo a nuotarci intorno.

 

Anche le spiagge di Praia da Pipa, come quelle a sud di Arraial, sono affiancate da rocce rosse a strapiombo. Qui siamo sullo Chapadao, una sorta di ampia spianata sulla roccia con una vista strepitosa sulle spiagge in basso e l’infinito mare.

 

La spiaggia dell’amore, chiamata anche degli affogati perché purtroppo fa molte vittime con le sue strane correnti.

 

Io lungo.

 

Seduti sul ciglio di un burrone, ci si perde a guardare il mare che urla e biancheggia, finché il sole tramonte alle spalle.

 

E la luna sorge.

 

Bene. Basta così per ora, semmai la prossima volta vi metto altre foto di qui.

Grazie per i commenti. Accetto la critica di Marco e d’ora in poi cercherò di essere più succinto possibile nelle didascalie delle foto, tranne quando si tratta di raccontare un qualcosa al riguardo. Però, almeno, ammettete che il vero motivo è che non ve ne tiene per niente di leggere, vi piace solo guardare le figurine!

Il premio miglior commento va invece a Lala, kiitos, per aver rispettato l’unica regola. D’ora in poi però niente più regole, alééééé, mettete pure i commenti in finlandese, italiano, basco, napoletano o in quello che cacchio volete, però partecipate, sennò mi sembra come se parlassi da solo.

P.S. La neve ha bloccato l’uscita dello scantinato e non ho più viveri né acqua… aiutatemiiii!!!