Tikal, Rio Dulce, Livingstone in Guatemala e nuotata con gli squali in Belize

Salve amici! Cammina cammina sono giunto in Belize, che stando alla mappa di Travbuddy è la mia 78esima nazione visitata. Sono comunque ancora solo al 37%. Non ho capito bene dove si trova il grosso delle restanti 118 nazioni, ma le scoverò una ad una, non temete.
Vi racconto dall’ultima volta. Da Lanquin sono giunto a Flores, una bella cittadina su un’isoletta in mezzo a un lago, vicina al sito maya di Tikal. Tikal è molto grande, fu fondata intorno al 900 a.C, e raggiunse una popolazione fra i 150.000 e 200.000 abitanti. Oggi è avvolta da una foresta che la rende ancor più affascinante, sia per la vegetazione che abbraccia, copre e nasconde i suoi edifici, sia per i tanti animali che bazzicano e si sentono tutt’intorno. Ho visto scimmie, volpi, tucani, tarantole e alcuni mammiferi a metà strada fra ratti e orsetti, di cui ignoro il nome.

Dopodiché sono ritornato sul Rio Dulce, in una cittadina che prende il suo nome, a oziare per un paio di giorni in una capanna sul fiume, in mezzo alla foresta e da li’, attraversando un lago con un motoscafo, sono giunto a Livingstone, sul mare, dove la popolazione è in maggioranza nera e si respira un clima caraibico, tipo Jamaica.
Da lì, volando letteralmente sulle onde per circa un’ora con un motoscafo veloce sul mare mosso, sono giunto in Belize. Non ero sicuro se venirci perché diversi viaggiatori incontrati non me ne avevano parlato troppo bene. Uno dei problemi è che costa di più rispetto al resto del Centro America, ma alla fin fine i prezzi sono comunque bassi, sull’isola di Caye Caulker stavo in una capanna di fronte al mare per solo 15 dollari.
Un altro problema è che i beliziani sono pigri e tutto si muove a rilento. Ma anche qui non mi sembra un gran problema, a parte che non è che nel resto del Centro America tutti corrano avanti e indietro freneticamente, ma comunque sia siamo in vacanza, che fretta c’è, e anche se non lo fossimo… ma ki ci fuie aret… simm e napul paisà…. no stress.
In realtà il mare del Belize è favoloso. Caraibico, a macchie e strisce verdi, azzurre, turchesi. Inoltre nell’isola Caye Caulker, dove sono rimasto 3 giorni, ho fatto una delle esperienze più spassose della mia triste vita: nuotare in mezzo agli squali! E’ stato davvero incredibile, ma già prima, facendo snorkeling sulla barriera corallina (la più grande del mondo, dopo quella australiana) era avvenuta una cosa strana. Un piccolo squalo, di un tipo sconosciuto anche alla guida, mi aveva preso in simpatia e mi girava continuamente attorno, spesso nuotando in sincronia con me sotto la mia pancia! Sembrava uscito da un cartone animato, grigio scuro, piccolo piccolo, con una testa esageratamente quadrata. Si faceva pure toccare.
Dopodiché siamo andati in un’altra zona. La guida ha buttato pezzi di pesce in acqua e dopo un po’ la barca era circondata da squali lunghi oltre 2 metri, di colore marrone, che si azzuffavano sui pezzi. A quel punto la guida ci ha detto di scendere in acqua. Cioè io lì per lì ho pensato ma questo ha voglia di scherzare? Però visto che insisteva che non c’era pericolo, mi ha convinto. Unica cosa, ha detto: non ficcategli le mani dentro la bocca. Ebeh, meno male che ci sono gli esperti a darci questi saggi consigli.
L’acqua era limpidissima e poco profonda, si toccava, e oltre agli squali sono giunte una decina di manta e alcuni barracuda.
Gli squali si lasciavano toccare e addirittura la guida a volte li prendeva come in braccio, a pancia in su. Se ne restavano pigri, quasi come ipnotizzati e gli si poteva accarezzare la pancia tranquillamente. Ho toccato anche i manta, hanno la pelle viscida.
Comunque, ripeto, un’esperienza straordinaria. Non ci sono foto al riguardo perché purtroppo devo annunciarvi un dramma: la macchina fotografica non funziona più! Non si accende. Aveva iniziato a fare i capricci, si spegneva senza motivo, non si accendeva subito ecc… e poi sempre peggio, ed ora è completamente morta. :-(
Eh, un casino. Forse, dato che comunque devo ripassare vicino Guatemala city, proverò a farmela aggiustare lì, ma poco ci spero. Altrimenti per il resto del viaggio dovrò usare una piccola compatta che però fa le foto una mezza chiavica. E vabè, pazienza.
In questo momento mi trovo a San Ignazio, una cittadina in mezzo alla foresta, quasi al confine col Guatemala dove ritornerò domani.

E ora guardiamoci le (ultime ?) foto della Canon 450d

 

Il più famoso tempio di Tikal. Fino a una decina di anni fa si poteva salire sopra, ma ora è proibito per via di un paio di incidenti mortali di turisti caduti giù dalle scale.

 

Dopo essere stata abbandonata, la foresta ha inghiottito Tikal, che è stata riscoperta solo a metà del 1800.

 

La piazza centrale di Tikal. Sullo sfondo, gli appartamenti dove vivevano i più ricchi e potenti.
Ah, giusto per essere del tutto sicuro, ho rivisionato i geroglifici, ho ricontrollato i testi e sì, posso confermare con assoluta certezza che la fine del mondo avverrà il 23 dicembre 2012.

 

Tucano.

 

Tarantola.

 

Strada a Rio Dulce.

 

La capanna dove dormivo a Rio Dulce, praticamente sopra l’acqua del fiume, nella foresta. Ogni notte, fra lampi accecanti e tuoni che sembravano ruggiti, tutt’intorno scendeva il diluvio universale.

 

Vicino Rio Dulce c’è questa cascata di acqua calda. Arrampicandosi fin sopra si raggiunge una piscina naturale calda, da dove appunto cade giù l’acqua. Il posto si chiama El paradiso.

 

Signori.

 

Astratta.

 

Pappagallo.

 

Una strada in Guatemala.

 

Signora e bambina a Livingstone, Guatemala.

 

Anziano a Livingstone.

 

Verdura.

 

Ragazzi.

 

In Belize, a Punta Gorda.

 

Un minimarket a Punta Gorda. Per quel che ho visto finora, tutti i mini e supermarket del Belize sono gestiti da cinesi.

 

Luci di notte.

 

Sul motoscafo verso Caye Caulker.

 

Il molo di Caye Caulker. Insomma, come potete vedere, c’è un mare che val bene qualche dollaro in più.

 

Una casa nel mezzo del mare.

 

L’iguana che bazzicava sulla mia capanna a Caye Caulker. Più che altro era una sorta di palafitta scarcagnata. Quando la notte venivano i temporali ballava tutta.

 

Uccello. Poco dopo questa foto la mia macchina è morta definitivamente.

 

Il premio miglior commento va a… Marco! Glielo avevo promesso, mi dispiace Lala.
Riguardo allo scoop, ho saputo della morte del mago d’Arcella grazie a Pasqualone. E’ avvenuta il giorno prima del mio articolo, quindi io non c’entro nulla. Anzi, voglio aggiungere una cosa. Io non credo nell’aldilà però meglio non rischiare, tantopiù che già ci ho rimesso la macchina fotografica. Mi sento in dovere dunque di rettificare. Era un grande mago. E ci azzeccava sempre. E non mandava secce, no, non l’avrebbe mai fatto. Nemmeno dall’aldilà.

Alla prossima!

Copan in Honduras e Semuc Champey in Guatemala

Ciao amici. Mi trovo a Lanquin, di nuovo in Guatemala dopo una breve puntata in Honduras per visitare il sito maya di Copan. Di fronte a me c’è il Rio Dulce , limpido e verde, la mia mente sincronizzata sul suo scorrere. Immagini di questi 6 mesi di viaggio nascono passano e svaniscono come in mosaico onirico.
Qui vicino c’è uno dei posti più spettacolari fra quelli visitati finora: Semuc Champey, con delle piscine naturali formatesi in una vallata.
E non solo. Ci sono delle grotte dove all’interno scorre un fiume. Si entra con le candele e si nuota dentro la caverna per tratti lunghissimi. A volte si incontrano piccole cascate. Alcuni punti sono anche un po’ pericolosi, ad esempio quasi alla fine del tour c’è un tunnel largo meno di un metro e lungo circa 3, dove l’acqua entra con prepotenza. Seguendo le istruzioni della guida ci si lascia cadere e si sbuca dall’altra parte senza nemmeno avere il tempo di capire che è successo. Davvero un posto incredibile, anche se l’acqua era un po’ troppo fredda per i miei gusti.
Ah, un’altra esperienza spassosa, sempre in questi scenari da favola, eccomi galleggiare su un ciambellone di gomma a lasciarmi pigramente trasportare dalla corrente del fiume.
Prima di venire qui, come dicevo, sono stato al sito maya di Copan in Honduras. Molto interessante, non molto grande ma con splendide sculture e steli, alcune nel museo lì vicino. Si trovava quasi al confine sud dell’impero maya e raggiunse il massimo splendore fra il quinto e nono secolo dopo Cristo.
Vi spiego via via con le foto.

 

Qui è dove mi trovo ora, un hostel composto da capanne che scendono verso il fiume, dove ci sono queste piattaforme sull’acqua. La notte preferisco dormire su un’amaca affianco al fiume, al suo suono, sotto le stelle.

 

Qualche altra foto di Antigua, in Guatemala.

 

Bambina ad Antigua. Oltre il 50% della popolazione del Guatemala è diretta discendente dei maya.

 

Uno scheletro, al mercatino di Antigua. Quasi a dirci: prima o poi… tutti. Anche stavolta, è inutile che vi rattate.

 

Una strada di Antigua.

 

E questo è il sito maya di Copan, in Honduras.
Devo dirvi che ho visionato i geroglifici, letto i codici e i testi pervenutici e purtroppo sono giunto anch’io alla conclusione che la fine del mondo avverrà il 23 dicembre di quest’anno. Eh, lo so ragazzi, che ci possiamo fare. Il fatto è che il calendario maya finisce appunto in quella data. Finora pensavo fosse una cazzata perché sarebbe come spaventarsi se si passa dal 1999 al 2000 o cose del genere. In realtà però i Maya prevedevano che quando questo passaggio avviene avvengono catastrofici cataclismi. E i Maya prevedono bene, non sono certo il mago di Arcella (con tutto il rispetto per il mago d’Arcella, non vorrei che ora mi mandi una delle sue famose secce). Quindi fatevene una ragione, divertiamoci in questi pochi mesi che ci restano e pazienza, tutto finisce, nulla è per sempre.

 

Qui giocavano a palla. Non si conoscono di preciso le regole, ma più o meno consistevano nel colpire una palla di gomma di circa 4 chili senza farla cadere a terra e tentando di colpire delle sculture poste in alto (alcune, raffiguranti macai, si trovano nel museo). In alcuni casi era come un gioco di gladiatori e i perdenti venivano sacrificati. Altre volte invece era il miglior giocatore a venir sacrificato perché per loro era un grandissimo onore. In questo caso però giocavano tutti male di proposito, a parte i più fessi

 

E qui appunto vedete anche voi i geroglifici dire chiaramente: “spendetevi tutti i risparmi prima del 23 dicembre 2012, perché dopo non serviranno. Ma sarà assai arduo non farveli fottere prima da Monti e la sua cricca di banchieri di merda. Ke possano skiattare. Insieme agli sbirri e ai giudici che li proteggono”.
Così è scritto. Io non ho fatto altro che tradurre alla lettera.

 

La scalinata geroglifica, un lungo testo scritto sui gradini. E’ la più alta fra tutti i siti maya. Purtroppo a tratti non è chiarissimo il significato anche perché alcuni gradini sono caduti e gli archeologi li hanno rimessi un po’ a caso, creando una sorta di cut-up dadaista.

 

Una delle tante straordinarie sculture maya.

 

Giocatori di carte nel paese affianco alle rovine maya, sempre in Honduras.

 

Bambina.

 

Mamma e figlio.

 

Guardiano di banca.

 

Anziani.

 

Bella ragazza.

Sempre in Honduras.

 

Il Rio Dulce. Questo tratto l’ho fatto sul ciambellone di gomma.

 

Ed ecco Semuc Champey. Pareti di roccia fitte di vegetazione avvolgono le piscine naturali che scorrono sotto. In realtà avviene una cosa molto curiosa: il fiume, che in quel tratto è molto violento, a un certo punto entra in un tunnel sotterraneo, passa sotto queste piscine naturali, e risbuca di nuovo fuori dopo qualche chilometro.

 

Le piscine viste dall’alto.

 

Una delle piscine naturali.

 

Astratta.

 

Rispondo ai commenti. Sì, Marco e Piergiorgio 2, la storia la scrivono sempre i vincitori, si sa. Riguardo allo scrivere, il blog si adatta bene al mio stile, diretto, improvvisato e colloquiale. Però forse è tempo per un nuovo libro. Non di storia ovviamente. E nemmeno autobiografico. Qualcosa di completamente diverso.

Il premio miglior commento va a… beh, è tempo di premiare Piergiorgio 2 – la vendetta per la sua costanza e il suo impegno. Quindi raggiunge Lala in vetta! Clamoroso.
Marco, la prossima volta vinci tu.

Hasta luego! :-)